lunedì 5 febbraio 2024

tutti ti cercano!


Mc 1, 29-39 

Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni.

Siamo a Cafarnao. Scavi compiuti negli anni 1970-84 hanno portato alla luce una stanza, che potrebbe essere la casa di Pietro, i cui muri riportano un centinaio di graffiti con il nome di Gesù, di Pietro e altre invocazioni.

È il giorno settimanale dedicato a Dio. Per noi la domenica; per Gesù, ebreo, e per gli ebrei di oggi, il sabato. Gesù è appena uscito da ‘messa’. Anche lui ogni settimana va in chiesa, e ‘dopo messa’ va a trovare gli amici.

 

resti della chiesa bizantina ottagonale costruita su quella che potrebbe essere la casa di Pietro

La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.

Gesù prende per mano la suocera di Simone. Gesto significativo, perché toccare una donna, tanto più con la febbre, era considerato un gesto indegno di un rabbì. È vero che questo suo ruolo non è ancora riconosciuto (Gesù finora non ha fatto altro che insegnare nella sinagoga, cosa che poteva fare qualunque adulto, anche senza avere un incarico specifico), ma forse proprio per questo sembra che Gesù cominci con un passo falso. Toccare una donna con la febbre, quindi impura o quantomeno a rischio di impurità secondo le norme religiose di allora, non era il modo migliore per presentarsi come uno che voleva diventare rabbì. Il suo gesto verrà ripetuto altre volte, in situazioni ancora più compromettenti, ad esempio nel caso del lebbroso:

Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». Mc 1, 40-41

Quindi Gesù lo fa proprio apposta. Toccando i malati si contamina lui, eppure lo fa ugualmente.

 

Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.

Gli abitanti di Cafarnao, da buoni ebrei, non si muovono se non dopo il tramonto del sabato, perché la legge impediva a chiunque di fare qualunque movimento o lavoro in quel giorno. Dopo il tramonto a Gesù vengono portati malati e indemoniati. Ma cosa si intende per indemoniati? Nell’episodio precedente abbiamo avuto un primo episodio in cui Gesù trova uno ‘spirito impuro’, ma abbiamo visto che non è facile capire cosa si intenda. Qui però non si parla di ‘spiriti impuri’, bensì di indemoniati, e poco oltre, di demòni che vengono scacciati. Sembra che ci sia una differenza. Una cosa comunque la si può già notare: qualunque cosa siano i demòni, Gesù non solo è in grado di scacciarli, ma ce ne sono tanti, cosa che lascia perplessi. In un villaggio come Cafarnao, certamente piccolo, che ci siano dei malati è comprensibile, ma possibile che ci siano così tanti indemoniati? È un indizio che indica che con il termine indemoniati venivano chiamati tutti coloro che avevano delle ‘malattie strane’?

Nella cultura del tempo alcune sindromi, catalogate come possessione satanica, erano semplici malattie. Questo perché, nell’antica concezione, si riteneva che a ogni peccato corrispondesse un castigo, e quindi una malattia era letta come generata da una colpa grave e dalla presenza di Satana e per questo punita con la sofferenza fisica. Perché, dunque, tutta quella reticenza di Cristo nel segnalare il bene? Non ci lamentiamo perché ai nostri giorni le azioni buone non fanno notizia nei mezzi di comunicazione? La risposta è implicita nella formula adottata dagli studiosi per definire questa riservatezza del Gesù di Marco: “Il segreto messianico”. Tutto ruota attorno all’aggettivo “messianico”.
Infatti in quel periodo storico dominava una concezione nazionalistica, politica e fin marziale del Messia: egli sarebbe stato il liberatore di Israele dal potere romano, manifestandosi con atti clamorosi, sensazionali e “promozionali” della causa ebraica. Gesù contesta una simile visione che inquinerebbe il senso profondo delle sue opere e del suo messaggio. Di fronte alla sua capacità di attirare folle, di offrire loro salute e speranza, era facile che si consumasse un equivoco. Da salvatore egli sarebbe stato trasformato in politico di successo. Infatti, dopo la moltiplicazione dei pani, la folla lo acclama ed egli, «sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò sul monte, tutto solo» (Giovanni 6,15). Tutt’altro atteggiamento ha nei confronti degli esterni a Israele, come nel caso dell’“indemoniato” geraseno straniero al quale dirà: «Va’ nella tua casa, dai tuoi e annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto» (Marco 5,19). Un’ultima osservazione. Alcuni esegeti hanno sostenuto che – a causa dell’assenza o quasi del dato della segretezza in Matteo e Luca – il “segreto messianico” sia una tesi introdotta da Marco nel suo scritto. In realtà, per quanto è documentato a proposito dell’effervescenza messianica allora diffusa, siamo quasi certamente di fronte a un autentico atteggiamento del Gesù storico.

Gianfranco Ravasi

Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!».


Gesù prega. Ma non è Dio? Chi prega? È uno dei primi indizi di cui si cercherà di tenere conto nella successiva ricerca che farà la Chiesa riguardo all’identità di Gesù. Qui Gesù e il Padre sono distinti, come nel Getsemani.

…pregava dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà. Lc 22, 41-42

Ma in altri momenti Gesù si identifica con il Padre

Io e il Padre siamo una cosa sola. Gv 10, 30

La Chiesa ha cercato di tener conto di tutti e due i testi per cercare di capire chi sia veramente Gesù, ricavandone la convinzione che Gesù sia Dio con il Padre, ma nello stesso tempo una persona distinta da lui e nello stesso tempo anche vero uomo. Nei primi secoli della Chiesa molte sono state le lotte e discussioni riguardo a questa domanda: chi è veramente Gesù? Dio o uomo? E molte sono state le risposte:

Gesù è Dio, uomo solo in apparenza (docetisti)

Gesù è uomo ma non Dio (adozionisti)

Gesù è Dio ma non uomo (monofisiti)

Gesù e il Padre sono solo due modi diversi di manifestarsi della stessa divinità (modalisti).

La Chiesa Cattolica ha riconosciuto in Cristo la personalità divina e quella umana unite e distinte, riassumendo tutto il percorso teologico nel credo Niceno-Costantinopolitano, quello che noi cattolici proclamiamo durante la messa domenicale.

Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Ancora le sinagoghe e ancora i demòni. Per ora Gesù può parlare liberamente, non ha ancora fatto nulla che lo metta in contrasto con le autorità religiose (tranne guarire di sabato una donna toccandola, ma forse questo essendo avvenuto in casa non si è saputo in giro), ma vedremo che presto le cose cambieranno. Un altro particolare curioso è che ancora una volta si evidenzia il ruolo di ‘scacciatore di demòni’ di Gesù, piuttosto che di guaritore. A noi verrebbe da mettere più in evidenza il fatto che guariva i malati. Invece Marco sottolinea il fatto che predichi e che cacci i demòni. Evidentemente Gesù individua, oltre al male fisico, anche un qualche tipo di altro male, al quale sembra persino più interessato, forse perché lo ritiene più grave. 

 

Nessun commento:

Posta un commento