Mc 1, 29-39
Gesù, uscito dalla
sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di
Giacomo e Giovanni.
Siamo a Cafarnao. Scavi compiuti negli anni
1970-84 hanno portato alla luce una stanza, che potrebbe essere la casa di
Pietro, i cui muri riportano un centinaio di graffiti con il nome di Gesù,
di Pietro e altre invocazioni.
È il giorno settimanale dedicato a Dio. Per noi la
domenica; per Gesù, ebreo, e per gli ebrei di oggi, il sabato. Gesù è
appena uscito da ‘messa’. Anche lui ogni settimana va in chiesa, e ‘dopo messa’
va a trovare gli amici. | resti della chiesa bizantina ottagonale costruita su quella che potrebbe essere la casa di Pietro
|
La suocera di Simone era a
letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la
fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Gesù prende per mano la suocera di Simone. Gesto
significativo, perché toccare una donna, tanto più con la febbre, era
considerato un gesto indegno di un rabbì. È vero che questo suo ruolo non è
ancora riconosciuto (Gesù finora non ha fatto altro che insegnare nella
sinagoga, cosa che poteva fare qualunque adulto, anche senza avere un
incarico specifico), ma forse proprio per questo sembra che Gesù cominci
con un passo falso. Toccare una donna con la febbre, quindi impura o
quantomeno a rischio di impurità secondo le norme religiose di allora, non
era il modo migliore per presentarsi come uno che voleva diventare rabbì.
Il suo gesto verrà ripetuto altre volte, in situazioni ancora più
compromettenti, ad esempio nel caso del lebbroso:
Venne da lui un lebbroso,
che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!».
Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii
purificato!». Mc 1, 40-41
Quindi Gesù lo fa proprio apposta. Toccando i
malati si contamina lui, eppure lo fa ugualmente.
Venuta la sera, dopo il
tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita
davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e
scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo
conoscevano.
Gli abitanti di Cafarnao, da buoni ebrei, non si
muovono se non dopo il tramonto del sabato, perché la legge impediva a
chiunque di fare qualunque movimento o lavoro in quel giorno. Dopo il
tramonto a Gesù vengono portati malati e indemoniati. Ma cosa si intende
per indemoniati? Nell’episodio precedente abbiamo avuto un primo episodio
in cui Gesù trova uno ‘spirito impuro’, ma abbiamo visto che non è facile
capire cosa si intenda. Qui però non si parla di ‘spiriti impuri’, bensì di
indemoniati, e poco oltre, di demòni che vengono scacciati. Sembra che ci
sia una differenza. Una cosa comunque la si può già notare: qualunque cosa
siano i demòni, Gesù non solo è in grado di scacciarli, ma ce ne sono
tanti, cosa che lascia perplessi. In un villaggio come Cafarnao, certamente
piccolo, che ci siano dei malati è comprensibile, ma possibile che ci siano
così tanti indemoniati? È un indizio che indica che con il termine
indemoniati venivano chiamati tutti coloro che avevano delle ‘malattie
strane’?
Nella cultura
del tempo alcune sindromi, catalogate come possessione satanica, erano
semplici malattie. Questo perché, nell’antica concezione, si riteneva che a
ogni peccato corrispondesse un castigo, e quindi una malattia era letta
come generata da una colpa grave e dalla presenza di Satana e per questo
punita con la sofferenza fisica. Perché, dunque, tutta quella reticenza di
Cristo nel segnalare il bene? Non ci lamentiamo perché ai nostri giorni le
azioni buone non fanno notizia nei mezzi di comunicazione? La risposta è
implicita nella formula adottata dagli studiosi per definire questa
riservatezza del Gesù di Marco: “Il segreto messianico”. Tutto
ruota attorno all’aggettivo “messianico”.
Infatti in quel periodo storico dominava una concezione nazionalistica,
politica e fin marziale del Messia: egli sarebbe stato il liberatore di
Israele dal potere romano, manifestandosi con atti clamorosi, sensazionali
e “promozionali” della causa ebraica. Gesù contesta una simile visione che
inquinerebbe il senso profondo delle sue opere e del suo messaggio. Di
fronte alla sua capacità di attirare folle, di offrire loro salute e
speranza, era facile che si consumasse un equivoco. Da salvatore egli sarebbe
stato trasformato in politico di successo. Infatti, dopo la moltiplicazione
dei pani, la folla lo acclama ed egli, «sapendo che venivano a prenderlo
per farlo re, si ritirò sul monte, tutto solo» (Giovanni 6,15). Tutt’altro
atteggiamento ha nei confronti degli esterni a Israele, come nel caso
dell’“indemoniato” geraseno straniero al quale dirà: «Va’ nella tua casa,
dai tuoi e annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto» (Marco 5,19).
Un’ultima osservazione. Alcuni esegeti hanno sostenuto che – a causa
dell’assenza o quasi del dato della segretezza in Matteo e Luca – il
“segreto messianico” sia una tesi introdotta da Marco nel suo scritto. In
realtà, per quanto è documentato a proposito dell’effervescenza messianica
allora diffusa, siamo quasi certamente di fronte a un autentico
atteggiamento del Gesù storico.
Gianfranco
Ravasi
Al mattino presto si alzò
quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là
pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce.
Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!».
Gesù prega. Ma non è Dio? Chi prega? È uno dei
primi indizi di cui si cercherà di tenere conto nella successiva ricerca
che farà la Chiesa riguardo all’identità di Gesù. Qui Gesù e il Padre sono
distinti, come nel Getsemani.
…pregava
dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia
fatta la mia, ma la tua volontà. Lc 22, 41-42
Ma in altri momenti Gesù si identifica con il
Padre
Io
e il Padre siamo una cosa sola. Gv 10, 30
La Chiesa ha cercato di tener conto di tutti e due
i testi per cercare di capire chi sia veramente Gesù, ricavandone la
convinzione che Gesù sia Dio con il Padre, ma nello stesso tempo una
persona distinta da lui e nello stesso tempo anche vero uomo. Nei primi
secoli della Chiesa molte sono state le lotte e discussioni riguardo a
questa domanda: chi è veramente Gesù? Dio o uomo? E molte sono state le
risposte:
Gesù è Dio, uomo solo in apparenza (docetisti)
Gesù è uomo ma non Dio (adozionisti)
Gesù è Dio ma non uomo (monofisiti)
Gesù e il Padre sono solo due modi diversi di
manifestarsi della stessa divinità (modalisti).
La Chiesa Cattolica ha riconosciuto in Cristo la
personalità divina e quella umana unite e distinte, riassumendo tutto il
percorso teologico nel credo Niceno-Costantinopolitano, quello che noi
cattolici proclamiamo durante la messa domenicale.
Egli disse loro:
«Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per
questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle
loro sinagoghe e scacciando i demòni.
Ancora le sinagoghe e ancora i demòni. Per ora
Gesù può parlare liberamente, non ha ancora fatto nulla che lo metta in
contrasto con le autorità religiose (tranne guarire di sabato una donna
toccandola, ma forse questo essendo avvenuto in casa non si è saputo in
giro), ma vedremo che presto le cose cambieranno. Un altro particolare
curioso è che ancora una volta si evidenzia il ruolo di ‘scacciatore di
demòni’ di Gesù, piuttosto che di guaritore. A noi verrebbe da mettere più
in evidenza il fatto che guariva i malati. Invece Marco sottolinea il fatto
che predichi e che cacci i demòni. Evidentemente Gesù individua, oltre al
male fisico, anche un qualche tipo di altro male, al quale sembra persino
più interessato, forse perché lo ritiene più grave.
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