domenica 8 maggio 2011

i due di emmaus

Lc 24, 13-35

In quello stesso giorno due dei discepoli erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus

Per cogliere meglio gli stati d’animo che vivono i due occorre immedesimarsi nella loro situazione: due giorni prima Gesù è stato giustiziato (interessante il nostro uso del termine ‘giustiziare’ inteso come espressione del fare giustizia, specialmente in questi giorni dopo l’uccisione di Bin Laden. Ma questa è un’altra storia) e poi velocemente sepolto, essendo la vigilia del sabato di Pasqua. La Pasqua è  passata. Siamo nel ‘giorno dopo il sabato’. Qualcosa è già successo al mattino presto, ma fondamentalmente i due sono nella situazione dell’immediato dopo funerale. Gesù è morto e sepolto. Hanno sentito dire che è risorto, ma sono voci di donne, e comunque nessuno l’ha visto (una situazione non troppo dissimile a quella in cui viviamo noi). I due non sono apostoli, non fanno parte dei dodici, o almeno uno di loro certamente non lo è. Dell’altro non si sa il nome. In alcuni episodi della resurrezione, specialmente nel vangelo di Giovanni ci sono dei protagonisti senza nome. Questo ha stimolato in alcuni commentatori l’interpretazione spirituale dei protagonisti senza nome come invito a immedesimarsi da parte del lettore. Quello senza nome è ciascuno di noi. Ma anche questa è un’altra storia.

Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava. Gv 20, 1-2

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Gv 20, 24-25 (Didimo significa gemello. Chi è il gemello di Tommaso?)

Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Gv 21, 1-2

Torniamo ai due, che due giorni dopo la sepoltura di Gesù se ne stanno andando via da Gerusalemme, verso Emmaus.

Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro.

Una affermazione strabiliante scritta nel modo più neutro. È uno degli aspetti più interessanti dello stile letterario dei vangeli: a differenza di molti testi in cui i particolari delle imprese compiute dagli eroi vengono esaltati e amplificati, nei vangeli tutto, anche le cose più eccezionali, viene descritto in modo scarno e distaccato.


Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Anche in questo caso si ripropone una situazione che si incontra spesso nei vangeli della resurrezione: Gesù non viene riconosciuto.

(Maria di Magdala) si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gv 20, 14-16

uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gv 21, 3-4

Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Lc 24, 36-39

Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme!

Un po’ comica questa situazione, con Cleopa, che per aver visto crede di aver capito ciò che è successo, che dà del forestiero all’unico che sa bene cosa è successo, non solo nei fatti ma soprattutto nel significato. In questo termine, ‘forestiero’, sono contenute tutte le obiezioni fatte a Dio riguardo ai fatti del mondo: Dio è lontano, indifferente, estraneo, non sa, non conosce, non si interessa, non se ne occupa.

Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso.

Cleopa riassume i fatti storici. Il riassunto è conciso ma preciso, ma Cleopa percepisce solo la cronaca. Per uno che è discepolo è un po’ poco.

Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele;

Come sempre, anche uno dei discepoli (è non è l’unico: ‘speravamo’), invece di cercare di capire e conoscere Gesù, gli ha appiccicato un’etichetta in base alle proprie aspettative, ai propri desideri e alle proprie speranze, con il risultato di rimanere deluso, perché lui non li asseconda.


Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto.

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Gv 20, 24-25

Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.

Gesù aggiunge alla cronaca dei fatti ciò che manca. Per prima cosa la parola di Dio, che aiuta a capirne il significato. Però bisogna conoscerla e coglierne il senso.

Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.

io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Mt 28, 20

Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro.

Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». Mt 26, 26


Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero.

Avevano gli occhi chiusi! Avevano visto tutto ma non avevano capito niente. Come anche era successo ai farisei, Dio si è sì fatto vedere, ma non nel modo desiderato e aspettato, quindi non lo hanno visto.

Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma i discepoli discutevano fra loro perché non avevano pane. Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? Mc 8, 15-18
 
Ma egli sparì dalla loro vista.

Perché sparisce? Perché lo hanno mangiato.

Prendete, mangiate: questo è il mio corpo. Mt 26, 26

Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».

Comincia  a succedere qualcosa.

Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme,

Loro, che si erano allontanati di giorno da Gerusalemme, ora tornano di notte, pur di raccontare, perché non possono tenersi dentro quello che hanno sperimentato. Ecco la missione della Chiesa: non raccontare una storia vissuta da altri, non tentare di convincere, non imporre, non vendere, ma incontrare Cristo e farsi bruciare il cuore da lui. Il resto viene da solo. Noi spesso ci preoccupiamo di organizzare una cosa che non abbiamo prima sperimentato, e poi magari ci lamentiamo che le cose che abbiamo organizzato non funzionano bene e non interessano. Perché dovrebbero? Se proponiamo delle scatole vuote perché qualcuno dovrebbe aver voglia di riceverle?

trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.


4 commenti:

  1. sì, è uno degli episodi più belli degli eventi della resurrezione, al di là delle riflessioni che se ne possono trarre.

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  2. grazie, ma è solo un tentativo di sottolineare alcuni degli aspetti dell'episodio. Mi fa piacere se è riuscito :-)

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