martedì 31 luglio 2012

lui da solo



Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea 

Questo episodio riferito da Giovanni contiene alcuni particolari molto interessanti. Credo che una delle possibili chiavi per individuarli stia nella conclusione:

Gesù ... si ritirò sul monte, lui da solo.

Un finale sconcertante per un episodio che contiene molti motivi per cui Gesù avrebbe potuto diventare una star.


lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. 

Giovanni preferisce usare il termine ‘segni’ riferendosi ai miracoli, perché ha capito qual è il loro significato: non prodigi per attirare attenzione o stupire, ma segnali della presenza e dell’azione di Dio. Ma questa comprensione non pare esserci (per ora almeno) nella gente di Israele, che vede dei prodigi, e dei prodigi di guarigione, e per questo cerca Gesù. Giovanni parla di una grande folla. Più avanti si parlerà di ‘cinquemila uomini’. Folle intere seguono Gesù. È famoso

Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 

Evidenzio questa frase di Giovanni, perché dovremo tornarci su.

Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?» ... Allora prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. 

Secondo motivo di gloria per Gesù: con cinque pani e due pesci sfama cinquemila uomini. 

V. Russo - Moltiplicazione dei pani

Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re…

Terzo motivo di fama per Gesù. È proclamato profeta e vogliono farlo re.

si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

Perché questo finale? Perché si ritira da solo sulla montagna?
Come ho già fatto notare, i miracoli Gesù non li fa per impressionare e attirare attenzione, ma per dimostrare l’azione e la presenza di Dio. Tanto è vero che man mano che il vangelo procede i miracoli si diradano fino a sparire. E proprio quando Gesù stesso ne avrebbe avuto più bisogno, anche per salvare la sua stessa vita, non ne fa più, nemmeno per scendere dalla croce e evitare la morte o per convincere i propri nemici.
Per Gesù i miracoli sono dei segnali (ecco perché Giovanni parla di ‘segni’) che dovrebbero attirare l’attenzione su ciò che Gesù è e dice. Ma curiosamente ottengono spesso il risultato opposto: la gente cerca i miracoli e non ha nessuna intenzione di ascoltare ciò che Gesù è venuto a dire.
All’inizio dell’episodio Giovanni dice che Gesù sale sulla montagna e si mette a sedere. È l'atteggiamento di Gesù quando intende fare un discorso.

Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro... Mt 5, 1-2

Ma nessuno lo ascolta. La gente è lì per le guarigioni, non per sentirlo parlare. Inoltre Gesù stesso si accorge che c’è un altro problema: il cibo. Se intende metterli a loro agio deve risolvere anche quel problema, altrimenti di lì a poco cominceranno a preoccuparsi e di nuovo non lo ascolteranno più. Allora risolve a modo suo il problema. Ma invece di favorire l’ascolto delle sue parole questa sua azione ottiene il risultato di suscitare nella gente il desiderio di farlo re. 
Insomma, prima non lo ascoltano perché sono preoccupati dalla salute, poi non lo ascoltano perché sono preoccupati dal cibo, poi non lo ascoltano perché sono occupati a osannarlo.

Nessuno lo ascolta.

Per motivi certamente validissimi, ma non lo ascoltano. Mi sembra una buona descrizione del rischio che corriamo anche noi. O siamo presi da mille occupazioni e problemi, certamente tutti importantissimi, come la salute e il cibo per la gente di Israele. Oppure, anche se questo accade assai meno, siamo impegnati a pregarlo e a lodarlo e a esaltarlo. E di nuovo non lo ascoltiamo. Migliaia di attività di tutti i tipi, come migliaia di invocazioni, celebrazioni, omelie, riti, canti, processioni e feste. Ma quanto tempo dedichiamo ad ascoltare quello che Gesù ha da dire? Abbiamo tante cose da fare, abbiamo tante cose da chiedergli, abbiamo tante cose da dirgli, ma pochissimo tempo dedichiamo a fare silenzio e sentire quello che ha da dire lui.

si ritirò sul monte, lui da solo.


Perfino nel vangelo sono pochissime le situazioni in cui qualcuno coglie lo scopo della presenza di Gesù e lo sta ad ascoltare.

Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: “Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Ma Gesù le rispose: “Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta”. Lc 10, 38-42

Adriano Fenoglio - Cristo in casa di Marta e Maria

 

domenica 29 luglio 2012

Assisi 2012

si sale, puff... puff...

istruzioni

san Franc... ehm, fra Michele

consegna dei Tau


truppa al completo


giovedì 5 luglio 2012

spiriti



Giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro.

Nel post precedente di commento al vangelo di Marco ci eravamo lasciati con molte domande riguardanti queste presenze misteriose chiamate ‘spiriti impuri’, che già avevamo incontrato in alcune occasioni:
…nella sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro. Mc 1, 23
…gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi… Mc 3, 11
…dicevano: È posseduto da uno spirito impuro. Mc 3, 30
Chi o cosa sono? In una cultura con molti limiti dal punto di vista scientifico come quella ebraica di allora (non dimentichiamo che per lungo tempo Israele non è stato che un piccolo popolo di pastori), in più con una accentuata religiosità, ogni malattia, soprattutto se di tipo psichiatrico, veniva attribuita a entità spirituali. Un pazzo o un epilettico venivano considerati posseduti da spiriti, ma questa è una caratteristica comune a molte culture e popolazioni contemporanee. In alcuni episodi del vangelo c’è invece qualcosa di nuovo.

Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? 

Giuseppe De Donatis, Gesù e l'indemoniato

Il termine ‘spirito impuro’ veniva utilizzato sia per indicare quelle che noi oggi individuiamo come patologie fisiche o psichiatriche, sia per indicare una presenza spirituale vera e propria. Gesù non sta tanto a sottilizzare sulla differenza, forse perché i presenti non avrebbero capito, e anche in caso di malattie vere e proprie si adatta a usare il linguaggio e la terminologia inadeguata della gente che lo circonda. Sono i casi in cui Gesù guarisce chi gli viene portato davanti, senza fare troppe distinzioni se sia malato o se sia posseduto.
Ma ci sono delle situazioni in cui succede qualcosa di più. Qualunque cosa abbia quest’uomo, ha una idea ben precisa su Gesù. Già in altri episodi del vangelo di Marco era successo qualcosa di simile:
nella sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». Mc 1, 23-27
…gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse. Mc 3, 11-12
Che la gente di Israele non fosse capace di riconoscere subito in Gesù il Figlio di Dio, mi sembra abbastanza comprensibile.
Che con le sue limitazioni culturali e scientifiche, descrivesse una malattia fisica o psichiatrica come possessione o influsso di qualche spirito, è altrettanto comprensibile.
È persino comprensibile che Gesù non si mettesse a spiegare ogni volta che quello che i presenti ritenevano come una manifestazione di spiriti era in realtà una semplice malattia.
Ma come facevano questi ‘spiriti’, o semplici malati che fossero, a conoscere la reale identità di Gesù?

Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti».

Nel linguaggio biblico conoscere il nome di qualcuno significa avere un qualche tipo di conoscenza e anche di potere su di lui.
Adamo dà nome agli animali:
…in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici. Gen 2, 19-20
Giacobbe vuol sapere il nome di colui contro cui sta lottando:
Quell’uomo domandò a Giacobbe: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe». Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!». Giacobbe allora gli chiese: «Svelami il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». Gen 32, 27-30
Manoach, dopo l’annuncio della futura nascita di Sansone, chiede all’angelo il nome:
Manoach disse all'angelo del Signore: “Come ti chiami, perché quando si saranno avverate le tue parole, noi ti rendiamo onore?”. L'angelo del Signore gli rispose: “Perché mi chiedi il nome? Esso è misterioso”. Gdc 13, 17-18
Gesù chiede il nome allo spirito impuro, che subito risponde. Ma anche lo spirito impuro pretende di conoscere il nome di Gesù, o meglio, la sua, diciamo così, identità segreta. Però nel dialogo tra i due il più forte tra i due è certamente Gesù.

E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.

I maiali, per gli ebrei come anche per i musulmani, sono animali impuri. Dio non vuole che l’uomo sia posseduto da qualcosa di impuro, perché non è per questo che è stato creato, ma per diventare la dimora di Dio:
Voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In lui … anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito. Ef 2, 19-22
I maiali, in quanto animali impuri, possono essere dimora di spiriti impuri, ma evidentemente Gesù non vuole che l’uomo sia soggetto a qualcosa di impuro, fosse anche di origine spirituale. Gli esseri spirituali, puri o impuri che siano, sono più forti degli esseri umani, ma Gesù, facendosi uomo, dimostra che le realtà spirituale e umana possono collaborare, e comunque lui si mette dalla parte dell’uomo, se qualche essere spirituale volesse invece ridurre l’uomo a animale, possedendolo e dominandolo.

I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.


Non sempre l’azione di Gesù ottiene successo e viene apprezzata. Ciò che supera i limiti umani è a volte guardato con diffidenza, con paura. Succede anche ai discepoli stessi:
Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: “E' un fantasma” e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: “Coraggio, sono io, non abbiate paura”. Mt 14, 25-27
Ciò che è più grande e potente di noi ci spaventa.
A dire il vero c’è una situazione in cui l’uomo si sottopone volentieri a poteri superiori o ritenuti tali, che in altre situazioni lo spaventerebbero: quando è malato. Davanti alla malattia e al dolore l’uomo ha tanta ripugnanza che è disposto a fare qualunque cosa pur di liberarsene: rivolgersi a Dio, ai santi, ai ciarlatani, agli indovini, ai truffatori, ai guaritori, anche rischiando di essere ingannato.

Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.

Finale interessante dell’episodio: Gesù viene rifiutato, come succede anche a Nazareth:
…tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Lc 4, 16-30
Notare che vogliono fargli fare la stessa fine dei maiali.
Gesù non vuole che colui che è stato guarito lo segua, anche se lo vorrebbe: visto che la gente del posto non vuole Gesù, gli dà l’incarico di essere sul posto in vece sua, in modo che comunque arrivi a tutti il messaggio che Dio è in azione, e non certo contro l’uomo.