venerdì 22 giugno 2012

varia gente



Gesù con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

Dopo la disputa con i farisei nella sinagoga (presumibilmente quella di Cafarnao), Marco descrive brevemente il movimento di gente che comunque va a cercare Gesù. Non so fino a che punto la gente del popolo riuscisse a cogliere le questioni teologiche e dottrinali emerse tra Gesù e i farisei, ma Gesù fa miracoli, e questo lo rende famoso. Tanto che, dice Marco, i discepoli devono fare da bodyguard a Gesù per impedire che lo schiaccino.
Le persone che cercano Gesù potremmo identificarle in tre gruppi:
c’è la folla, che lo cerca perlopiù per i miracoli che fa e per farsi guarire,
c’è la sua famiglia, che lo cerca un po’ preoccupata,
ci sono i farisei, che non è che proprio lo cerchino, ma certo lo osservano da vicino.
I confini tra i tre gruppi non sono sempre molto netti. Tra la gente che lo cerca non ci sono solo quelli desiderosi di ricevere un miracolo, ma anche chi vuole ascoltare quello che Gesù ha da dire. Ci sono anche coloro che diventeranno suoi collaboratori. Anche tra gli oppositori di Gesù ci sono alcuni, pochi per la verità, che non si schierano contro di lui.

Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gv 3, 1-2


Venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi. Mc 5, 22
Vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto. Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatea, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lc 23, 50-52

La folla

Per la maggior parte della gente Gesù è colui che fa miracoli, in particolare guarisce i malati. Questo gli attira attorno grandi folle

C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. Gv 6, 10
Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: “Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. Gv 6, 5
C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, lc 6, 17

Queste folle si assottiglieranno sempre più man mano che Gesù presenterà la propria proposta, assai impegnativa, e nello stesso tempo ridurrà il numero dei miracoli fino a non farne più.

I parenti

Per i parenti Gesù è ovviamente il congiunto a cui si è legati, ma qui le cose si complicano un po’, sia perché i parenti sono perplessi riguardo al suo comportamento, sia perché Gesù ha una propria concezione di parentela.

Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè «figli del tuono»; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.


Entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».

Gesù non considera molto i propri consanguinei, ma piuttosto si sceglie ‘quelli che vuole … perché stiano con lui’. Gesù si fa una sua famiglia, che diventa più importante di quella naturale. Tant’è vero che i nomi delle persone che vengono ricordati e elencati non sono i nomi dei parenti ma degli apostoli, la sua nuova parentela. Questo formarsi intorno a Gesù di una famiglia più importante di quella di origine racchiude in sé il futuro formarsi della famiglia dei credenti, che non raccoglierà gente del solo popolo di Israele, ma si aprirà a tutti, ebrei e pagani indifferentemente.

Da parte loro i parenti naturali sono alquanto sconcertati dalle cose che Gesù fa, e credo siano anche un po’ preoccupati per il fatto che le autorità lo stiano tenendo sotto osservazione.

Gli oppositori

Abbiamo già visto che Gesù è un sorvegliato speciale. I farisei, custodi dell’ortodossia del popolo di Israele, si accorgono che Gesù ha un modo tutto particolare di considerare gli aspetti fondamentali della fede ebraica: il sabato, le prerogative di Dio, il perdono dei peccati, il digiuno. Allora intervengono. Abbiamo già notato che i farisei hanno dei motivi più che validi e le loro ragioni legittime per essere perplessi riguardo alle cose che fa Gesù, ma non scelgono il confronto diretto sulle questioni che Gesù pone, bensì cercano di delegittimarlo.

Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

I nemici, in questo caso gli scribi, cominciano a mettere insieme una strategia di opposizione che si basa sul mettere in cattiva luce Gesù. Quindi non si preoccupano tanto di verificare se quel che dice o fa è motivato, ma cercano soprattutto di trovare appigli per screditarlo. A loro non interessa quello che Gesù dice.
Un esempio lampante di questo atteggiamento è la domanda di Gesù su Giovanni Battista:

Un giorno, mentre istruiva il popolo nel tempio e annunciava il Vangelo, sopraggiunsero i capi dei sacerdoti e gli scribi con gli anziani e si rivolsero a lui dicendo: «Spiegaci con quale autorità fai queste cose o chi è che ti ha dato questa autorità». E Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una domanda. Ditemi: il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini?». Allora essi ragionavano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché non gli avete creduto?”. Se invece diciamo: “Dagli uomini”, tutto il popolo ci lapiderà, perché è convinto che Giovanni sia un profeta». Risposero quindi di non saperlo. E Gesù disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Lc 20, 1-8

Nel rispondere alla domanda di Gesù gli scribi non si preoccupano dei contenuti della domanda, ma si fermano a chiedersi cosa conviene rispondere. Guardano più alla convenienza della risposta che alla giustezza della risposta. In questo si dimostrano molto opportunisti e ben poco spirituali. Questo sarà il loro errore fatale, che li metterà sempre più contro quello stesso Dio che sono convinti di difendere.

Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre». 


A conclusione del commento di questo testo, mentre Gesù dà una ulteriore conferma di come lui intenda la famiglia, faccio notare un particolare curioso: tra tutte le persone che per diversi motivi cercano Gesù, folla, parenti e oppositori, non c’è nessuno che sia riuscito ancora a capire chi lui sia veramente. Ma c’è qualcuno che ci è riuscito, anche se non fa parte di questi gruppi.

Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

C’è una presenza misteriosa che è già spuntata fuori alcune volte. Una presenza spirituale, che conosce bene Gesù. Chi saranno questi misteriosi personaggi? E perché conoscono Gesù? E perché Gesù non vuole che lo dicano?