domenica 12 giugno 2011

l'adultera



Gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio,

Provo sempre a tenere d’occhio i due livelli con cui si può leggere la Scrittura: quello del fatto narrato (e delle indicazioni morali che se ne possono trarre) e quello del significato profondo in esso contenuto (che ci aiuta a intravedere ciò che Dio sta rivelando), con una particolare attenzione al secondo. L’episodio riportato da Giovanni riguarda una donna sorpresa in adulterio e l’applicazione su di lei della Legge. Non è certo una questione da poco: c’è di mezzo la sorte di una persona e il senso da dare alle regole del vivere umano. Ma c’è anche qualcosa di più. Come sempre quando c’è di mezzo la vita di coppia anche se, come in questo caso, nei suoi risvolti negativi, il richiamo è al rapporto tra Dio-sposo e Umanità-sposa. Nel caso di questo episodio il significato profondo riguarda la somiglianza tra l’adultera e il popolo di Dio.

Dice il Signore: “Accusate vostra madre, accusatela,
perché lei non è più mia moglie e io non sono più suo marito!
… La punirò per i giorni dedicati ai Baal,
quando bruciava loro i profumi, si adornava di anelli e di collane
e seguiva i suoi amanti, mentre dimenticava me! Os 2, 4-15

Mi fu rivolta questa parola del Signore: 
«Va’ e grida agli orecchi di Gerusalemme:
Così dice il Signore: 
Mi ricordo di te, dell’affetto della tua giovinezza,
dell’amore al tempo del tuo fidanzamento.
… Se un uomo ripudia la moglie 
ed lei si allontana da lui per appartenere a un altro,
tornerà il primo ancora da lei? 
Quella terra non sarebbe tutta contaminata?
E tu, che ti sei prostituita con molti amanti, 
osi tornare da me? Ger 2,1-3,1

Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?

Aert de Gelder - Cristo e l'adultera, 1683

Se teniamo presente il simbolismo della donna adultera come immagine del popolo di Dio riusciamo meglio, credo, a cogliere quali sono le implicazioni della domanda degli scribi e farisei. Gesù viene chiamato in causa sul criterio per applicare la Legge (se applica la Legge condanna la donna, se non la applica si dimostra oppositore di Dio, perché da Dio viene la legge di Mosè), ma nello stesso tempo lui chiama in causa gli interlocutori. Loro usano la donna per contendere con Gesù, ma non si accorgono che loro e la donna sono nella stessa situazione. Loro sono la donna.
Nel secondo libro di Samuele c’è un episodio illuminante, sia perché parla di un adulterio, sia perché ha protagonista Davide, re di Israele. Davide si è innamorato di Betsabea, moglie di Uria, e ha fatto in modo che Uria morisse in guerra per poterla sposare:

Il Signore mandò il profeta Natan a Davide, e Natan andò da lui e gli disse: «Due uomini erano nella stessa città, uno ricco e l’altro povero. Il ricco aveva bestiame minuto e grosso in gran numero, mentre il povero non aveva nulla, se non una sola pecorella piccina, che egli aveva comprato. Essa era vissuta e cresciuta insieme con lui e con i figli, mangiando del suo pane, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno. Era per lui come una figlia. Un viandante arrivò dall’uomo ricco e questi, evitando di prendere dal suo bestiame minuto e grosso quanto era da servire al viaggiatore che era venuto da lui, prese la pecorella di quell’uomo povero e la servì all’uomo che era venuto da lui».
Davide si adirò contro quell’uomo e disse a Natan: «Per la vita del Signore, chi ha fatto questo è degno di morte. Pagherà quattro volte il valore della pecora, per aver fatto una tal cosa e non averla evitata». Allora Natan disse a Davide: «
Tu sei quell’uomo! … Tu hai colpito di spada Uria l’Ittita, hai preso in moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la spada degli Ammoniti. II Sam 12, 1-9

Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.

E non si rendono conto che più insistono sull’osservanza della Legge, più si condannano:

Con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Mt 7, 1-5

Attenzione però: qui non si tratta solo di applicare un criterio di giudizio, ma di sottolineare che gli interlocutori sono esattamente come la stessa donna: lei è la moglie che ha tradito il marito, loro sono il popolo che ha tradito il suo Dio.

Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra.


Gesto curioso e misterioso. Tra le diverse interpretazioni quella che mi sembra più interessante è questa: Gesù si china e scrive con il dito per terra come Dio si era chinato sulla terra nel dare la Legge al suo popolo, scritta con il suo dito, in modo che avesse un criterio di giudizio, perché non tradisse più il Signore.

Ricòrdati, non dimenticare, come hai provocato all’ira il Signore, tuo Dio, nel deserto. Da quando usciste dalla terra d’Egitto fino al vostro arrivo in questo luogo, siete stati ribelli al Signore. All’Oreb provocaste l’ira del Signore; il Signore si adirò contro di voi fino a volere la vostra distruzione. Quando io salii sul monte a prendere le tavole di pietra, le tavole dell’alleanza che il Signore aveva stabilito con voi, rimasi sul monte quaranta giorni e quaranta notti, senza mangiare pane né bere acqua. Il Signore mi diede le due tavole di pietra, scritte dal dito di Dio, sulle quali stavano tutte le parole che il Signore vi aveva detto sul monte, in mezzo al fuoco, il giorno dell’assemblea. Dt 9


Si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei».

Ancora una volta non fermiamoci alla superficie: Gesù non sta solo facendo suo un luogo comune (tu non puoi dirmi niente, perché non sei migliore di me). Gesù sta dicendo molto di più: il Peccato, l’unico vero e grande Peccato, il Peccato Originale davanti a Dio è sempre e solo l’adulterio che il suo popolo ha commesso: il dimenticarsi di lui, l’abbandonarlo per cercare altro, il tradirlo con altri amanti. Questo è il ‘peccato’ a cui fa riferimento Gesù nella sua affermazione agli scribi e farisei: chi di voi, popolo mio, non ha mai tradito me scagli la prima pietra per punire questa donna che ha tradito il marito.

Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo.

Ecco il loro guaio: se ne vanno. A loro non interessa la donna, né la risposta di Gesù che non fosse quella che dava loro ragione. Neppure interessa a loro ascoltare il motivo per cui Gesù la pensa diversamente da loro. C’è un episodio illuminante in Marco, che svela ancora meglio l’atteggiamento degli interlocutori di Gesù:

Mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?». Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Mc 12, 27-33

Alla domanda di Gesù, sacerdoti e anziani non rispondono. Neppure si chiedono dove stia la verità. Si limitano a verificare quale delle risposte che possono dare sia più conveniente. Sono come il marito che alle domande della moglie sul suo tradimento pensa tra sè cosa è più conveniente dire. La risposta finale di Gesù è drastica: non vale la pena rispondervi, tanto non mi ascolterete.

I Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete…» Gv 10, 22-23

Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».


Gesù non condanna la donna, ma poi le chiede di non peccare più. Che è la stessa cosa che deve fare la chiesa nel momento della confessione: io ti perdono, ma tu non farlo più. Se tu non ti impegni a cambiare la tua situazione di peccato il perdono non ha senso, perché niente cambia rispetto a prima. I farisei non considerano la donna pur di rispettare la Legge, Gesù invece cerca di salvare sia l’una che l’altra, perché la Legge è a servizio dell’Uomo. Gesù non dice alla donna ‘non hai fatto niente di male’ oppure ‘c’è che fa di peggio’ con una pacca sulla spalla. Il peccato c’è ed è grande, ma Gesù non condanna, invitando a non commetterlo più. Sempre Dio-Sposo, nonostante il nostro tradimento, fa emergere il proprio amore e il proprio desiderio, e fa di tutto per conquistare la sua Sposa-Umanità, perché torni da lui:

Perciò, ecco, io la sedurrò, 
la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore.
…Là mi risponderà come nei giorni della sua giovinezza,
come quando uscì dal paese d’Egitto.
E avverrà, in quel giorno mi chiamerai: “Marito mio”,
e non mi chiamerai più: “Mio padrone”.
… Ti farò mia sposa per sempre,
ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto,
nell’amore e nella benevolenza,
ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore.
Os 2, 16-20

8 commenti:

  1. La mia alterego Lady O una volta scrisse uno dei suoi sproloqui su questo brano evangelico.

    Drak e Alex, invece...

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  2. direi che Lady O se l'è cavata abbastanza bene :-)

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  3. Grazie! Peccato che Lady O sia solo "una parte" di me, e che il mio "io" sia la quintessenza della confusione, come ti ho risposto il 6 giugno...

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  4. in effetti è un po' faticoso tenere presenti tutti gli aspetti che hai esposto (rileggere la tua mail mi ha fatto venire il mal di tesa :D)

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  5. In effetti rileggendola fa venire il mal di testa pure a me :(

    Mi sento veramente a pezzi...

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  6. mi spiace...
    mi dai l'impressione di voler guardare contemporaneamente in tutte le direzioni, ma capisco anche che se non c'è un motivo valido per guardare in una direzione specifica è difficile fare dei passi in avanti.

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  7. Non preoccuparti troppo per le mie paturnie, ci sono giorni in cui sono a pezzettini, ma anche giorni buoni, vado avanti!


    mi dai l'impressione di voler guardare contemporaneamente in tutte le direzioni, ma capisco anche che se non c'è un motivo valido per guardare in una direzione specifica è difficile fare dei passi in avanti


    Allora aspetterò il famoso cartello strdale di C.S.Lewis!
    Hai presente? Questo:

    What I like about experience is that it is such an honest thing. You may take any number of wrong turns, but keep your eyes open and you will not be allowed to go very far before the warning signs appear. You may have deceived yourself, but experience is not trying to deceive you. The universe rings true wherever you fairly test it

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