giovedì 5 luglio 2012

spiriti



Giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro.

Nel post precedente di commento al vangelo di Marco ci eravamo lasciati con molte domande riguardanti queste presenze misteriose chiamate ‘spiriti impuri’, che già avevamo incontrato in alcune occasioni:
…nella sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro. Mc 1, 23
…gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi… Mc 3, 11
…dicevano: È posseduto da uno spirito impuro. Mc 3, 30
Chi o cosa sono? In una cultura con molti limiti dal punto di vista scientifico come quella ebraica di allora (non dimentichiamo che per lungo tempo Israele non è stato che un piccolo popolo di pastori), in più con una accentuata religiosità, ogni malattia, soprattutto se di tipo psichiatrico, veniva attribuita a entità spirituali. Un pazzo o un epilettico venivano considerati posseduti da spiriti, ma questa è una caratteristica comune a molte culture e popolazioni contemporanee. In alcuni episodi del vangelo c’è invece qualcosa di nuovo.

Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? 

Giuseppe De Donatis, Gesù e l'indemoniato

Il termine ‘spirito impuro’ veniva utilizzato sia per indicare quelle che noi oggi individuiamo come patologie fisiche o psichiatriche, sia per indicare una presenza spirituale vera e propria. Gesù non sta tanto a sottilizzare sulla differenza, forse perché i presenti non avrebbero capito, e anche in caso di malattie vere e proprie si adatta a usare il linguaggio e la terminologia inadeguata della gente che lo circonda. Sono i casi in cui Gesù guarisce chi gli viene portato davanti, senza fare troppe distinzioni se sia malato o se sia posseduto.
Ma ci sono delle situazioni in cui succede qualcosa di più. Qualunque cosa abbia quest’uomo, ha una idea ben precisa su Gesù. Già in altri episodi del vangelo di Marco era successo qualcosa di simile:
nella sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». Mc 1, 23-27
…gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse. Mc 3, 11-12
Che la gente di Israele non fosse capace di riconoscere subito in Gesù il Figlio di Dio, mi sembra abbastanza comprensibile.
Che con le sue limitazioni culturali e scientifiche, descrivesse una malattia fisica o psichiatrica come possessione o influsso di qualche spirito, è altrettanto comprensibile.
È persino comprensibile che Gesù non si mettesse a spiegare ogni volta che quello che i presenti ritenevano come una manifestazione di spiriti era in realtà una semplice malattia.
Ma come facevano questi ‘spiriti’, o semplici malati che fossero, a conoscere la reale identità di Gesù?

Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti».

Nel linguaggio biblico conoscere il nome di qualcuno significa avere un qualche tipo di conoscenza e anche di potere su di lui.
Adamo dà nome agli animali:
…in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici. Gen 2, 19-20
Giacobbe vuol sapere il nome di colui contro cui sta lottando:
Quell’uomo domandò a Giacobbe: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe». Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!». Giacobbe allora gli chiese: «Svelami il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». Gen 32, 27-30
Manoach, dopo l’annuncio della futura nascita di Sansone, chiede all’angelo il nome:
Manoach disse all'angelo del Signore: “Come ti chiami, perché quando si saranno avverate le tue parole, noi ti rendiamo onore?”. L'angelo del Signore gli rispose: “Perché mi chiedi il nome? Esso è misterioso”. Gdc 13, 17-18
Gesù chiede il nome allo spirito impuro, che subito risponde. Ma anche lo spirito impuro pretende di conoscere il nome di Gesù, o meglio, la sua, diciamo così, identità segreta. Però nel dialogo tra i due il più forte tra i due è certamente Gesù.

E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.

I maiali, per gli ebrei come anche per i musulmani, sono animali impuri. Dio non vuole che l’uomo sia posseduto da qualcosa di impuro, perché non è per questo che è stato creato, ma per diventare la dimora di Dio:
Voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In lui … anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito. Ef 2, 19-22
I maiali, in quanto animali impuri, possono essere dimora di spiriti impuri, ma evidentemente Gesù non vuole che l’uomo sia soggetto a qualcosa di impuro, fosse anche di origine spirituale. Gli esseri spirituali, puri o impuri che siano, sono più forti degli esseri umani, ma Gesù, facendosi uomo, dimostra che le realtà spirituale e umana possono collaborare, e comunque lui si mette dalla parte dell’uomo, se qualche essere spirituale volesse invece ridurre l’uomo a animale, possedendolo e dominandolo.

I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.


Non sempre l’azione di Gesù ottiene successo e viene apprezzata. Ciò che supera i limiti umani è a volte guardato con diffidenza, con paura. Succede anche ai discepoli stessi:
Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: “E' un fantasma” e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: “Coraggio, sono io, non abbiate paura”. Mt 14, 25-27
Ciò che è più grande e potente di noi ci spaventa.
A dire il vero c’è una situazione in cui l’uomo si sottopone volentieri a poteri superiori o ritenuti tali, che in altre situazioni lo spaventerebbero: quando è malato. Davanti alla malattia e al dolore l’uomo ha tanta ripugnanza che è disposto a fare qualunque cosa pur di liberarsene: rivolgersi a Dio, ai santi, ai ciarlatani, agli indovini, ai truffatori, ai guaritori, anche rischiando di essere ingannato.

Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.

Finale interessante dell’episodio: Gesù viene rifiutato, come succede anche a Nazareth:
…tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Lc 4, 16-30
Notare che vogliono fargli fare la stessa fine dei maiali.
Gesù non vuole che colui che è stato guarito lo segua, anche se lo vorrebbe: visto che la gente del posto non vuole Gesù, gli dà l’incarico di essere sul posto in vece sua, in modo che comunque arrivi a tutti il messaggio che Dio è in azione, e non certo contro l’uomo.


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