Giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei
Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo
posseduto da uno spirito impuro.
Nel post precedente
di commento al vangelo di Marco ci eravamo lasciati con molte domande riguardanti queste presenze misteriose
chiamate ‘spiriti impuri’, che già avevamo incontrato in alcune occasioni:
…nella sinagoga vi era un uomo posseduto da uno
spirito impuro. Mc 1, 23
…gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi
piedi… Mc 3, 11
…dicevano: È posseduto da uno spirito impuro. Mc 3, 30
Chi o cosa sono? In
una cultura con molti limiti dal punto di vista scientifico come quella ebraica
di allora (non dimentichiamo che per lungo tempo Israele non è stato che un
piccolo popolo di pastori), in più con una accentuata religiosità, ogni
malattia, soprattutto se di tipo psichiatrico, veniva attribuita a entità
spirituali. Un pazzo o un epilettico venivano considerati
posseduti da spiriti, ma questa è una caratteristica comune a molte culture e popolazioni
contemporanee. In alcuni episodi del vangelo c’è invece qualcosa di nuovo.
Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno
riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato
legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e
nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e
sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse,
gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù,
Figlio del Dio altissimo?
Giuseppe De Donatis, Gesù e l'indemoniato |
Il termine ‘spirito
impuro’ veniva utilizzato sia per indicare quelle che noi oggi individuiamo
come patologie fisiche o psichiatriche, sia per indicare una presenza
spirituale vera e propria. Gesù non sta tanto a sottilizzare sulla differenza, forse
perché i presenti non avrebbero capito, e anche in caso di malattie vere e
proprie si adatta a usare il linguaggio e la terminologia inadeguata della
gente che lo circonda. Sono i casi in cui Gesù guarisce chi gli viene portato
davanti, senza fare troppe distinzioni se sia malato o se sia posseduto.
Ma ci sono delle
situazioni in cui succede qualcosa di più. Qualunque
cosa abbia quest’uomo, ha una idea ben precisa su Gesù. Già in altri episodi
del vangelo di Marco era successo qualcosa di simile:
nella sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito
impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei
venuto a rovinarci? Io so chi tu sei:
il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». Mc 1,
23-27
…gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi
piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio
di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli
fosse. Mc 3, 11-12
Che la gente di
Israele non fosse capace di riconoscere subito in Gesù il Figlio di Dio, mi
sembra abbastanza comprensibile.
Che con le sue
limitazioni culturali e scientifiche, descrivesse una malattia fisica o
psichiatrica come possessione o influsso di qualche spirito, è altrettanto
comprensibile.
È persino
comprensibile che Gesù non si mettesse a spiegare ogni volta che quello che i
presenti ritenevano come una manifestazione di spiriti era in realtà una
semplice malattia.
Ma come facevano
questi ‘spiriti’, o semplici malati che fossero, a conoscere la reale identità
di Gesù?
Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli
diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è
il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti».
Nel linguaggio
biblico conoscere il nome di qualcuno significa avere un qualche tipo di conoscenza
e anche di potere su di lui.
Adamo dà nome agli
animali:
…in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli
esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a
tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali
selvatici. Gen 2, 19-20
Giacobbe vuol sapere
il nome di colui contro cui sta lottando:
Quell’uomo domandò a Giacobbe: «Come ti chiami?». Rispose:
«Giacobbe». Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai
combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!». Giacobbe allora gli chiese:
«Svelami il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». Gen 32, 27-30
Manoach, dopo
l’annuncio della futura nascita di Sansone, chiede all’angelo il nome:
Manoach disse all'angelo del Signore: “Come ti chiami,
perché quando si saranno avverate le tue parole, noi ti rendiamo onore?”. L'angelo
del Signore gli rispose: “Perché mi chiedi il nome? Esso è misterioso”. Gdc 13,
17-18
Gesù chiede il nome
allo spirito impuro, che subito risponde. Ma anche lo spirito impuro pretende
di conoscere il nome di Gesù, o meglio, la sua, diciamo così, identità segreta.
Però nel dialogo tra i due il più forte tra i due è certamente Gesù.
E lo scongiurava con insistenza perché non li
cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci
al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in
essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei
porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e
affogarono nel mare.
I
maiali, per gli ebrei come anche per i musulmani, sono animali impuri. Dio non
vuole che l’uomo sia posseduto da qualcosa di impuro, perché non è per questo
che è stato creato, ma per diventare la dimora di Dio:
Voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete
concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli
apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In
lui … anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito.
Ef 2, 19-22
I
maiali, in quanto animali impuri, possono essere dimora di spiriti impuri, ma
evidentemente Gesù non vuole che l’uomo sia soggetto a qualcosa di impuro,
fosse anche di origine spirituale. Gli esseri spirituali, puri o impuri che
siano, sono più forti degli esseri umani, ma Gesù, facendosi uomo, dimostra che
le realtà spirituale e umana possono collaborare, e comunque lui si mette dalla
parte dell’uomo, se qualche essere spirituale volesse invece ridurre l’uomo a
animale, possedendolo e dominandolo.
I loro mandriani allora fuggirono, portarono la
notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse
accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di
mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che
avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto
dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
Non sempre l’azione
di Gesù ottiene successo e viene apprezzata. Ciò che supera i limiti umani è a
volte guardato con diffidenza, con paura. Succede anche ai discepoli stessi:
Verso la fine della notte egli venne verso di loro
camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati
e dissero: “E' un fantasma” e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù
parlò loro: “Coraggio, sono io, non abbiate paura”. Mt 14, 25-27
Ciò che è più grande
e potente di noi ci spaventa.
A dire il vero c’è
una situazione in cui l’uomo si sottopone volentieri a poteri superiori o
ritenuti tali, che in altre situazioni lo spaventerebbero: quando è malato.
Davanti alla malattia e al dolore l’uomo ha tanta ripugnanza che è disposto a
fare qualunque cosa pur di liberarsene: rivolgersi a Dio, ai santi, ai
ciarlatani, agli indovini, ai truffatori, ai guaritori, anche rischiando di
essere ingannato.
Mentre risaliva nella barca, colui che era stato
indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli
disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha
fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a
proclamare per la Decàpoli
quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.
Finale interessante
dell’episodio: Gesù viene rifiutato, come succede anche a Nazareth:
…tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono,
lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul
quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Lc 4, 16-30
Notare che vogliono
fargli fare la stessa fine dei maiali.
Gesù non vuole che
colui che è stato guarito lo segua, anche se lo vorrebbe: visto che la gente
del posto non vuole Gesù, gli dà l’incarico di essere sul posto in vece sua, in
modo che comunque arrivi a tutti il messaggio che Dio è in azione, e non certo
contro l’uomo.
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