Mio caro
Malacoda,
perfino
sotto Ciriatto Sannuto devi aver appreso nel collegio la tecnica monotona della
tentazione sessuale, e dal momento che, per noi spiriti, questo argomento è
quanto mai stucchevole (benchè necessario come parte della nostra educazione),
voglio passarci sopra. Ma sui grandi problemi che esso implica credo che tu
abbia molto da imparare.
Ciò
che il Nemico esige dagli uomini prende la forma di un dilemma: o astinenza
completa, oppure assoluta monogamia. Fin dalla prima grande vittoria di Nostro
Padre abbiamo reso loro difficilissima la prima. E negli ultimi secoli abbiamo
continuato a restringere sempre più la seconda, come via di evasione. Abbiamo fatto
ciò per mezzo dei poeti e dei romanzieri, che hanno convinto gli esseri umani
che un’esperienza curiosa e di solito di breve durata chiamata da essi ‘innamorarsi’,
è l’unico motivo rispettabile per sposarsi. Che il matrimonio può, e dovrebbe,
rendere permanente questa eccitazione. E che un matrimonio che non lo fa non
obbliga più.
Codesta
idea è la nostra parodia di un’idea che viene dal Nemico. Tutta la filosofia
dell’inferno consiste nel riconoscimento dell’assioma che una cosa non è un’altra,
e specialmente che un io non è un altro io. Il mio bene è il mio bene, il tuo è
il tuo. Ciò che uno guadagna un altro perde. Perfino un oggetto inanimato è ciò
che è, perché esclude dallo spazio che occupa tutti gli altri oggetti. Se si
espande, lo fa spingendo da una parte tutti gli altri oggetti, oppure
assorbendoli. E l’io fa la stessa cosa. Con le bestie l’assorbimento prende la
forma del cibarsi. Per noi significa assorbire la volontà e la libertà da un io
più debole in uno più forte. ‘Essere’ significa ‘essere in competizione’. Orbene,
la filosofia del Nemico non è né più né meno di un continuo tentativo di
evasione da questa verità evidentissima. Egli ha di mira una contraddizione: le
cose devono essere molte e tuttavia, in qualche modo, anche una. Il bene di uno
deve essere anche il bene di un altro. Egli chiama questa impossibilità ‘amore’,
e questa stessa panacea può scoprirsi in tutto ciò che egli fa, e perfino in
ciò che egli è (o pretende di essere). Così, egli non si accontenta neppure in
se stesso di essere una pura unità matematica, e pretende di essere tre così come
uno, affinchè questo assurdo riguardo all’amore trovi un punto d’appoggio nella
sua stessa natura. All’altra estremità della scala introduce nella materia
quell’oscena invenzione, l’organismo, nel quale le parti sono pervertite dal
loro destino naturale di competizione perché collaborino. Il suo vero motivo
per fissarsi sul sesso come metodo di riproduzione tra gli esseri umani risulta
troppo chiaro dall’uso che egli ne ha fatto. Dal nostro punto di vista il sesso
avrebbe potuto essere innocentissimo. Avrebbe potuto costituire semplicemente
un’altra maniera con la quale l’io più forte depredava l’io più debole, come di
fatto avviene per i ragni, dove la sposa conclude le nozze mangiandosi lo
sposo. Ma tra gli esseri umani il Nemico ha associato gratuitamente l’affetto
tra le due parti con il desiderio sessuale. Ha inoltre reso la figliolanza
dipendente dai genitori e ha dato ai genitori l’impulso di sostenerla,
producendo in tal modo la ‘famiglia’, che assomiglia all’organismo, solo è
peggiore perché i membri sono più distinti, e tuttavia anche uniti in una
maniera più cosciente e più responsabile. Tutta la costruzione infatti si
riduce ad essere semplicemente un’altra invenzione per trascinare dentro all’Amore.
Ora viene lo scherzo: il Nemico ha descritto la coppia sposata come ‘una sola
carne’. Non ha detto ‘una coppia felicemente sposata’, e neppure ‘una coppia
che si è sposata perché i due si amavano’, ma si può fare in modo che gli
uomini ignorino tutto ciò. Si può anche far loro dimenticare che quell’uomo che
si chiama Paolo non ha ristretto la cosa alle coppie sposate. Semplicemente il
congiungimento, per lui, forma ‘una sola carne’. Si può così fare in modo che
gli esseri umani accettino come eulogie retoriche dell’essere innamorati quelle
cose che di fatto non sono se non semplici descrizioni del vero significato del
rapporto sessuale. La verità è che, ogni volta che un uomo va con una donna,
piaccia loro o non piaccia, sorge tra di loro una relazione trascendentale che
deve essere eternamente goduta o eternamente sopportata. Dall’affermazione vera
che questa relazione trascendentale era stata voluta perché producesse e (se la
si pone con spirito di obbedienza) troppo spesso produrrà di fatto, l’affetto e
la famiglia, gli uomini possono venire indotti a concludere la falsa credenza
che la misura di affetto, paura e desiderio che essi chiamano ‘essere
innamorato’ sia l’unica cosa che fa felice il matrimonio. Questo errore si può
produrre con facilità perché, nell’Europa occidentale, spessissimo l’innamorarsi
precede i matrimoni, che vengono fatti con l’intenzione di obbedire ai disegni
del Nemico, vale a dire con l’intenzione della fedeltà, della fecondità e della
buona volontà, come molto spesso, sebbene non sempre, l’emozione religiosa
accompagna la conversione. In altre parole, bisogna incoraggiare gli uomini a
considerare come base del matrimonio una versione a colori vivaci e distorta di
qualcosa che il Nemico promette veramente come suo risultato. Ne seguiranno due
vantaggi. In primo luogo, gli esseri umani che non hanno il dono della
continenza si allontaneranno con terrore dal cercare il matrimonio come una
soluzione, perché non si sentono ‘innamorati’. E, grazie a noi, l’idea di
sposarsi per qualsiasi altro motivo appare loro come bassa e cinica. Sì,
pensano proprio così. Essi considerano l’idea della lealtà verso un compagno
allo scopo di recarsi un aiuto reciproco, o di preservare la castità, o di
trasmettere la vita, come qualcosa di più basso che non una tempesta di
emozione. (non tralasciare di far credere al tuo uomo che la funzione religiosa
del matrimonio è ripugnante). In secondo luogo, qualsiasi infatuazione sessuale
dovrà essere considerata come ‘amore’, e si deve far credere che ‘l’amore’
scusa l’uomo da ogni colpa, e lo protegge da tutte le conseguenze dello sposare
un pagano, uno sciocco o un vizioso. Ma ritornerò sull’argomento nella prossima
lettera.
Tuo
affezionatissimo zio
Berlicche
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