Circondata e un po’ distratta da luci scintillanti e
pubblicità suadenti, questa festività ha bisogno ogni anno di essere ripulita e
ricondotta alla sua origine: l’Incarnazione di Cristo. Una incarnazione che ha
delle forme molto diverse dalla semplificazione che a volte ne abbiamo fatto. Un
evento che possiede molti risvolti drammatici, come del resto anche la nostra
vita, che non è quasi mai come quella delle pubblicità. Rivivere il Natale così
come è avvenuto, senza lasciarci sviare troppo dalle vetrine luccicanti e dalle
luci per strada, dai regali e dagli auguri, pur belli e piacevoli, è un
esercizio assai utile da fare ogni anno.
Proviamo allora
a ripercorrere quegli eventi, per evidenziarne il realismo e la vicinanza con
le nostre esperienze di vita: già a partire dall’annuncio a Maria cominciano le
sfide ai protagonisti di questa vicenda. Maria riceve la visita dell’angelo, ma
fatica a comprendere, è riluttante e non capisce. E dopo che ha detto il suo sì
tutta la sua deve cambiare in modo imprevisto e tutt’altro che facile. Come
avrà vissuto quella maternità inaspettata e non voluta? Come lo avrà detto alla
famiglia? E soprattutto come lo avrà detto a Giuseppe?
Da parte sua Giuseppe
deve scontrarsi con un annuncio che è tutt’altro che poetico e sognante: la sua
promessa sposa aspetta un bambino, e lui non è il padre. Non è difficile
immaginare le ore di dubbio, rabbia e ribellione che lo hanno attanagliato. E mentre vive questo tormento (cos'avrà pensato di Maria?) si trova in un ulteriore dilemma. Maria aspetta un bambino da un altro e non sono ancora sposati: è un'adultera, e la punizione per le adultere è la lapidazione, se lui rende pubblico il suo stato. Se protegge se stesso condanna lei. Il tutto mentre deve essere terribilmente risentito nei suoi confronti. Deve amarla davvero tanto se mentre soffre continua a preoccuparsi per lei e a cercare una soluzione che la protegga e la salvi. Poi arriva l'angelo che lo rassicura, ma che momenti deve aver passato!
Poi c’è il matrimonio improvviso e
improvvisato, sicuramente molto diverso da quello che avevano in mente. C’è da
cominciare una vita insieme con un bambino in arrivo. E che bambino!
Poi il
viaggio da Nazaret a Betlemme, viaggio che fanno non per andare in vacanza ma
perché vi sono costretti dalla decisione dell’imperatore che vuole il censimento;
percorso lungo e faticoso, 130 chilometri fatti a piedi su e giù per le colline, con al più un
asino per portare i bagagli e con Maria ormai prossima al parto.
E anche
l’arrivo a Betlemme è tutt’altro che riposante e piacevole, con Maria che
finisce per partorire fuori casa, in un angolo appartato perché non c’è posto
per lei da nessuna parte.
E poi ancora il massacro dei bambini ordinato da
Erode e la fuga della Famiglia addirittura in Egitto, verso una destinazione
lontana centinaia di chilometri, dove rimarrà rifugiata per anni prima di poter
tornare a Nazaret. Un’esperienza non molto diversa da quella che fanno ogni
anno ancora oggi milioni di uomini, donne e famiglie intere che attraversano
nazioni e continenti perché fuggono da minacce, violenze e povertà.
Insomma,
esperienze faticose e impegnative fanno da contorno all’evento dell’incarnazione
che celebriamo a Natale. Eppure sono proprio queste che ci fanno sentire il
Signore vicino già dall’inizio della sua vita terrena, inserito in una
esperienza quotidiana fatta certamente di momenti piacevoli e belli, che
speriamo siano sempre tanti, ma anche di situazioni faticose e impegnative, che
il Signore ha voluto vivere come noi e con noi.
Ecco come Dio ha scelto di venire
sulla terra: non con effetti speciali roboanti e travolgenti, non con eventi
impressionanti e sconvolgenti, ma nella quotidianità di un popolo, negli eventi
piacevoli e tristi di una famiglia, nella vita semplice e nascosta di una terra
sconosciuta e lontana.
Insomma, Dio è sceso esattamente nella nostra vita di
tutti i giorni. E mentre il giorno di Natale passa in fretta con i suoi
scintillii e con le sue luci, la vita quotidiana trascorre lenta e regolare
tutto l’anno, a volte piacevole e a volte faticosa; a volte emozionante e a
volte noiosa. Ed è proprio in questa vita, meno luccicante ma più vera che il
Signore Gesù ha deciso di scendere.
Non lasciamolo fuori, facciamolo entrare.
Credo sia il regalo migliore che possiamo fargli per festeggiare la sua
nascita.
Buon Natale!
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