Giovanni
disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e
volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva».
Accidenti, è già quasi domenica e devo ancora completare la
riflessione sulla domenica passata…
Giovanni introduce una questione molto interessante. Chi è
autorizzato a parlare e agire nel nome di Gesù? Solo gli apostoli e quelli che ‘li
seguono’? Indubbiamente Gesù ha incaricato qualcuno a parlare e anche a decidere
a suo nome
“Tu sei Pietro e su questa pietra
edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di
essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra
sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei
cieli”. Mt 16, 18-19
Ma questo incarico è esclusivo? Vediamo la risposta di Gesù:
Gesù
disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel
mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
La risposta di Gesù richiama un’altra sua affermazione:
Chi non è con me è contro di me; e
chi non raccoglie con me disperde. Lc 11, 23
È molto interessante il confronto tra le due affermazioni,
perché vi troviamo il criterio usato da Gesù per stabilire fin dove arriva la
sua autorità e fin dove arriva quella degli apostoli.
Chi non è con Gesù è contro di lui, senza se e senza ma. Non è
però lo stesso criterio che viene attribuito agli apostoli. Gli apostoli non
sono Gesù. Quindi è possibile che qualcuno non segua gli apostoli ma segua comunque
Gesù. Nel nostro episodio Gesù usa il ‘noi’, che indica Gesù + gli apostoli. Cioè
la Chiesa. Gesù considera ‘noi’ anche chi non segue gli apostoli ma segue lui.
Alcuni indizi della presenza di queste persone li abbiamo già
incontrati nel vangelo:
(il lebbroso) ‘si
allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto’. Mc 1, 45
Girando lo sguardo
su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei
fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e
madre». Mc 3, 34-35
Mentre risaliva
nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con
lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia
loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Mc
5, 18-19
D’altro canto abbiamo visto anche delle situazioni in cui gli
apostoli stessi (Pietro ad esempio), pur facendo parte del ‘noi’, non seguono
Gesù e non collaborano con lui.
Gesù egli,
voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro
a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Mc 8, 33
Senza scadere nella fiera dei luoghi comuni del 'chi va in chiesa è peggio degli altri' o del 'si può essere buoni cristiani anche senza andare in chiesa', si può essere con Gesù anche se non si è con gli apostoli.
O meglio, si può essere discepoli, cioè gente che segue Gesù, anche senza
rientrare nel gruppo ufficiale degli apostoli. Perchè gli apostoli, come già detto, non sono Gesù, e non sono loro i riferimenti principali della fede, ma Cristo.
Chiunque
infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di
Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Ancora un riferimento a chi ‘non è di Cristo’, però agisce ‘nel
suo nome’ con chi è di Cristo. Mi sembra che Gesù stia facendo imparare ai suoi apostoli (che pure ha scelto, e ai quali affiderà solennemente la guida della Chiesa, non dimentichiamolo) che non devono tanto pensare a definire i confini del chi sta dentro e chi sta fuori, ma pensare piuttosto a camminare speditamente e aiutare gli altri a camminare dietro di lui.
Chi
scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per
lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.
Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella
vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco
inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio
per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere
gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via:
è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due
occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non
si estingue».
Quest’ultima parte dà le indicazioni necessarie a ‘chi è di
Cristo’ per non ostacolare il cammino degli altri. Infatti
Il termine scandalo deriva dal greco skàndalon,
che significa ostacolo, inciampo. (Wiki)
Questa immagine del far inciampare è molto eloquente per chi
segue Gesù, perché se inciampa non può più continuare a seguirlo, e se fa
inciampare gli altri impedisce loro di camminare dietro di lui.
Allora ci sono due tipi di scandalo, quello per se stessi (non
devo inciampare, quindi devo togliere ciò che mi fa cadere) e quello nei
confronti degli altri (non devo ostacolare il loro cammino).
Gesù nei confronti di chi fa inciampare gli altri, in particolare
i più piccoli che hanno bisogno di sostegno, è durissimo
è molto meglio per
lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare
Ma è altrettanto severo nei confronti di chi fa inciampare se
stesso. Se qualcosa di te ti è di ostacolo nel cammino dietro Cristo, taglialo,
toglilo, gettalo via. Atteggiamenti, abitudini, comportamenti che possono magari
essere diventati parte di noi, se ci ostacolano o ostacolano altri nel cammino
dietro Cristo dovrebbero essere tolti, tagliati. Il mio primo pensiero è andato
all’abitudine della bestemmia. Per alcuni, molti temo, è diventato il modo
stesso di parlare, e non si rendono conto di quanto danno facciano, oltre che a
se stessi soprattutto ai piccoli che
imparano da loro a insultare Dio. Ma questo è solo un esempio tra tanti
possibili. Ciascuno dovrà vedere quali pietre ha dentro di sé che lo
appesantiscono, lo rallentano o fanno inciampare gli altri.
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