lunedì 25 luglio 2011

berlicche 3


Mio caro Malacoda,
sono molto compiaciuto di quanto dici in merito alle relazioni di questo giovanotto con sua madre. Ma devi sfruttare più che puoi la posizione vantaggiosa di cui ti trovi. Il Nemico lavorerà dal centro alla superficie, portando la condotta del paziente sempre più, gradualmente, al nuovo livello e, un momento o l’altro, potrà raggiungere il suo modo di comportarsi con la vecchia signora. È necessario che tu arrivi primo. Mantieniti in stretto contatto con il nostro collega Farfarello che ha in custodia la madre, e vedete di imbastire in quella casa un’atmosfera costante di disturbo reciproco, di giornaliere trafitture di spillo. Saranno utili i metodi seguenti:
   1. Fissagli il pensiero sulla vita interiore. Egli pensa che la sua conversione sia qualcosa che sta dentro di lui; perciò al presente la sua attenzione è rivolta principalmente ai suoi propri stati mentali (o piuttosto a quella purgatissima versione di essi che è tutto quanto tu dovresti permetterti di fargli vedere). Incoraggialo in ciò. Tienigli la mente lontano dai doveri più elementari, sospingendolo verso quelli più progrediti e più spirituali. Aggrava quella caratteristica umana che è utilissima: l’orrore e la negligenza delle cose ovvie. Devi condurlo a una condizione nella quale possa soffermarsi per un’ora a fare l’esame di coscienza senza riuscire a scoprire neppure uno di quei fatti suoi personali che sono perfettamente chiari a chiunque abbia vissuto con lui nella stessa casa o abbia lavorato nello stesso ufficio.
   2. È naturalmente impossibile impedirgli di pregare per sua madre, ma noi possediamo dei mezzi per rendere innocue le sue preghiere. Assicurati che esse siano sempre assai ‘spirituali’ e che egli si preoccupi sempre dello stato dell’anima di lei e mai dei suoi dolori reumatici. Ne seguiranno due vantaggi. In primo luogo la sua attenzione sarà tenuta su quanto egli considera i peccati di sua madre. E, con un poco di manovra da parte tua, egli può venire indotto a ritenere tali quelle qualsiasi azioni di lei che gli siano scomode o che lo irritino. Così potrai continuare a fregare le ferite della giornata e a renderle un poco più dolorose perfino mentre sta pregando in ginocchio. L’operazione non è per nulla difficile e la troverai assai divertente. In secondo luogo, dal momento che le sue idee intorno all’anima di sua madre saranno incomplete e spesso errate, egli in qualche modo pregherà per una persona immaginaria, e sarà tuo compito rendere quell’immaginaria persona ogni giorno meno simile alla madre vera, quella vecchia signora che a tavola ha una lingua quanto mai tagliente. Col tempo potrai ottenere che la separazione sia tanto vasta che nessun pensiero, nessun sentimento possa traboccare dalle sue preghiere per la madre immaginata nel suo modo di trattare la vera. Alcuni miei pazienti erano diventati così maneggevoli che in un attimo si riusciva a girarli dalla preghiera più spassionata per ‘l’anima’ della moglie o del figliuolo alle battiture o all’insulto della vera moglie o del vero figliuolo senza neppure l’ombra di uno scrupolo.
   3. Quando due esseri umani sono vissuti insieme per molti anni capita di solito che ciascuno abbia toni di voce ed espressioni di volto che riescono quasi insopportabilmente irritanti all’altro. Sotto al lavoro, su questo fatto. Presenta alla piena consapevolezza del tuo paziente quel modo particolare che ha sua madre di alzare le sopracciglia che non gli piaceva fin dall’infanzia, e fallo pensare a quanto gli sia ora antipatico. Fagli supporre che lei sa che ciò gli dà molta noia e che lo fa apposta per dargli noia. Se riesci a farlo, egli non si accorgerà neppure che una tale supposizione è infinitamente improbabile. E naturalmente non deve avere il minimo sospetto che anche lui ha modi di parlare e sguardi che allo stesso modo recano noia a lei. Ciò si ottiene facilmente, poiché lui non è in grado né di vedersi, né di ascoltarsi.
   4. Nella storia dei popoli civili, l’odio domestico si esprime di solito col dir cose che sulla carta avrebbero un aspetto innocente (le parole non sono offensive) ma con quella tal voce, o in quel tal momento, che le portano non molto lontano dall’essere come uno schiaffo sulla faccia. Perché questo gioco non abbia a cessare, tu e Farfarello dovete fare in modo che ciascuno di questi due sciocchi abbia una specie di misura duplice. Il tuo paziente deve esigere che tutto quanto egli esprime deve essere interpretato come si presenta e giudicato semplicemente secondo le parole dette, mentre, nello stesso tempo, giudicherà tutte le espressioni di sua madre interpretando nel modo più completo e più sensibile il tono della voce, il contesto, s’intenzione sospetta. Ed essa deve essere incoraggiata a fare lo stesso nei suoi riguardi. Così, alla fine di ogni lite ciascuno se ne andrà convinto, o quasi convinto, di essere perfettamente innocente. Tu sai cosa succede: “Basta che le chieda l’ora del pranzo perché dia in escandescenze”. Una volta che questa abitudine ha messo radici, nasce quella deliziosa situazione di un essere umano che dice cose con il proposito dichiarato di offendere, e che tuttavia si lamenta quando l’altro si offende davvero.
Da ultimo dimmi qualcosa sulla posizione religiosa della vecchia. È, per caso, gelosa del nuovo elemento della vita di suo figlio? Se la prende perché ha dovuto imparare da altri, e tanto in ritardo, ciò che lei crede di avergli offerto di conoscere con tanta facilità fin dalla fanciullezza? Ha l’impressione che stia facendo un po’ troppo ‘chiasso’, oppure che se la prenda troppo alla leggera? Ricordati del fratello maggiore nella storiella del Nemico.

Tuo affezionatissimo zio

Berlicche


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