Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li
condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il
suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed
ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la
parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi,
farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia».
Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì
con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio
mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire
ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore.
Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli
occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù
ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio
dell’uomo non sia risorto dai morti». Mt 17, 1-9
Ora che la fede è basata in Cristo
e la legge evangelica è stabilita in quest’era di grazia, non è più necessario
consultare Dio, né che egli parli o risponda come nell’antico testamento.
Infatti, donandoci il Figlio suo che è la sua unica e definitiva Parola, ci ha
detto tutto in una sola volta e non ha più nulla da rivelare.
Questo è il senso genuino del testo
in cui San Paolo vuole indurre gli Ebrei a lasciare gli antichi modi di
trattare con Dio secondo la legge mosaica, e a fissare lo sguardo solamente in
Cristo: “Dio che aveva già parlato nei tempi antichi... in questi giorni ha
parlato a noi per mezzo del Figlio” (Eb 1, 1-2). Con queste parole l’Apostolo
vuole far capire che Dio è diventato in un certo senso muto, non avendo più
nulla da dire, perché quello che un giorno diceva parzialmente per mezzo dei
profeti, l’ha detto ora pienamente dandoci tutto nel Figlio suo.
Perciò chi volesse ancora
interrogare il Signore e chiedergli visioni o rivelazioni, non solo
commetterebbe una stoltezza, ma offenderebbe Dio, perché non fissa lo sguardo
unicamente in Cristo e va cercando cose diverse e novità. Dio infatti potrebbe
rispondergli: “Questi è il mio Figlio prediletto, nel quale mi sono
compiaciuto. Ascoltatelo!” (Mt 17, 5). Se ti ho già detto tutto nella mia
Parola ch’è il mio Figlio e non ho altro da rivelare, come posso risponderti o
rivelarti qualche altra cosa? Fissa lo sguardo in Lui solo e vi troverai anche
più di quanto chiedi e desideri: in Lui ti ho detto e rivelato tutto.
Dal giorno in cui sul Tabor discesi
con il mio Spirito su di Lui, dicendo: “Questi è il mio Figlio diletto nel
quale mi sono compiaciuto, ascoltatelo”, cessai di istruire e rispondere in
queste maniere ed affidai tutto a Lui: ascoltatelo perché ormai non ho più
materia di fede da rivelare e verità da manifestare. Prima parlavo, ma
unicamente per promettere Cristo e gli uomini mi consultavano solo per chiedere
e aspettare Lui nel quale dovevano trovare ogni bene, come ora tutta la
dottrina degli evangelisti e degli apostoli fa capire. Colui che ora mi
consultasse in quel modo e desiderasse che io gli dicessi e rivelassi qualcosa,
sotto un certo aspetto mi chiederebbe di nuovo Cristo e altre verità della
fede, in cui però sarebbe debole, perché tutto è già stato dato in Lui. In tal
modo farebbe un grave oltraggio al mio amato Figlio poiché non solo in ciò
mancherebbe di fede, ma perché lo obbligherebbe ad incarnarsi di nuovo e ad
affrontare ancora una volta la vita e la morte qui in terra. Tu dunque non
desidererai né chiederai nessuna rivelazione o visione da parte mia: guarda
bene il Cristo e il Lui troverai già fatto e detto molto più di quanto tu
vorresti”.
San Giovanni della
Croce, Salita al monte Carmelo
Chi è nella luce non è lui ad illuminare
la luce e a farla risplendere, ma è la luce che rischiara lui e lo rende
luminoso. Egli non dà nulla alla luce, ma è da essa che riceve il beneficio
dello splendore e tutti gli altri vantaggi. Così è anche del servizio verso
Dio: non apporta nulla a Dio, e d'altra parte Dio non ha bisogno del servizio
degli uomini; ma a quelli che lo servono e lo seguono egli dà la vita,
l'incorruttibilità e la gloria eterna. Accorda i suoi benefici a coloro che lo
servono per il fatto che lo servono, e a coloro che lo seguono per il fatto che
lo seguono, ma non ne trae alcuna utilità. Dio ricerca il servizio degli uomini
per avere la possibilità di riversare i suoi benefici su quelli che perseverano
nel suo servizio. Mentre Dio non ha bisogno di nulla, l'uomo ha bisogno della
comunione con Dio.
sant'Ireneo di Lione
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