È fuor di dubbio che bisogna combattere le
grandi tentazioni con un coraggio travolgente, e la vittoria che ne riporteremo
ci sarà di molto aiuto; tuttavia avviene che si tragga un profitto ancora
maggiore nel combattere le piccole. Il motivo è intuibile: le prime sono
grandi, le seconde sono tante. I lupi e gli orsi sono senza dubbio più
pericolosi delle mosche, ma quanto a farci esercitare la pazienza le mosche li
superano di molto! È facile non essere assassini, ma molto difficile evitare le
piccole collere. È abbastanza facile non cadere in adulterio, ma non
altrettanto facile impedirsi le occhiate. È abbastanza facile non profanare il
letto matrimoniale, ma non altrettanto non compromettere l’amore matrimoniale.
È facile non rubare i beni altrui, non altrettanto non desiderarli e non
corteggiarli. È molto facile non portare falsa testimonianza in tribunale, non
altrettanto non mentire in conversazione. Molto facile non ubriacarsi, non
altrettanto mantenersi sobri. Molto facile non desiderare la morte altrui, non
altrettanto non desiderargli qualche accidente. Si può concludere che le
piccole tentazioni di collera, di sospetto, di gelosia, di invidia, di
antipatia, di stranezza, di vanità, di doppiezza, di astuzia, di pensieri
indecenti, sono abituali anche per coloro che sono già più incamminati nella
vita spirituale e più risoluti! Ecco
perché, cara Filotea, è necessario che ci prepariamo con grande cura e
diligenza a questo combattimento; sii certa che tutte le vittorie che
riporterai contro questi piccoli nemici, saranno tante pietre preziose
incastonate nella corona di gloria che Dio ti prepara in paradiso.
San Francesco di Sales, Filotea
Clive Staples
Lewis (1898-1963), grande amico di Tolkien e autore delle Cronache di Narnia,
ha pubblicato nel 1942 le Lettere di Berlicche. In questo libro Lewis immagina
un diavolo anziano, Berlicche appunto, che scrive delle lettere al suo nipote Malacoda
per istruirlo nell’arte della tentazione. Lewis, ateo convertito al
cristianesimo, escogita questo simpatico escamotage per scrivere un piccolo
trattato sulla fede cristiana.
Mio caro Malacoda,
nessuno ti ha mai detto qualcosa sulla legge dell’Ondulazione? Gli esseri umani sono anfibi, mezzo spirito e mezzo
animale (La decisione del Nemico di produrre un ibrido talmente repellente fu
una delle cose che decisero Nostro Padre a ritirargli il suo appoggio): come
spiriti essi appartengono al mondo dell’eternità, ma come animali sono
abitatori del tempo. Se tu avessi osservato il tuo paziente avresti scorto
questa ondulazione in ogni settore della sua vita: l’interesse per il lavoro,
l’affetto verso gli amici, gli appetiti fisici, tutto va su e giù. Finchè egli
vivrà sulla terra, periodi di ricchezza e di vivacità emotiva e corporale si
alterneranno a periodi di torpore e di povertà. La fase di aridità e di
ottusità che il tuo paziente sta ora attraversando non sono, come tu
scioccamente supponi, effetto della tua abilità. Sono puri fenomeni naturali
che non ci apporteranno utilità alcuna, a meno che tu non li sappia usare bene.
Per decidere quale sia il miglior uso che ne puoi
fare, devi chiederti qual è l’uso che desidera farne il Nemico, e poi fare il
contrario. Ora, può essere una sorpresa per te venire a sapere che nei suoi
sforzi di impossessarsi per sempre di un’anima, egli si basa sulle depressioni
ancor più che sulle elevazioni. Alcuni dei suoi speciali favoriti sono passati
attraverso depressioni più lunghe e più profonde di qualsiasi altro. La ragione
è questa: per noi un essere umano è innanzitutto cibo. Nostro scopo è
l’assorbimento della sua volontà nella nostra, e l’aumento, a sue spese, della
nostra area di egoismo. Ma l’obbedienza che il Nemico chiede all’uomo è cosa
del tutto diversa. Egli vuole proprio
riempire l’universo di una quantità di nauseanti piccole imitazioni di se
stesso; creature la cui vita, in miniatura, sarà qualitativamente come la sua,
non perché egli li assorbirà, ma perché le loro volontà si conformeranno
liberamente alla sua. Noi vogliamo mandrie che finiranno per diventare cibo,
egli vuole servi che diverranno, infine, figli. Noi vogliamo assorbire, egli
vuol concedere in abbondanza. Noi siamo vuoti e vorremmo riempirci, egli possiede
la pienezza e trabocca. La nostra guerra ha per scopo un mondo nel quale il
Nostro Padre Laggiù abbia attratto a sé tutti gli altri esseri, il Nemico vuole
un mondo pieno di esseri uniti a lui ma sempre distinti … Egli non può tentare
alla virtù come noi tentiamo al vizio. Egli vuole che essi imparino a
camminare, e perciò deve tirare via la mano. E purchè ci sia veramente la
volontà di camminare, egli sembra gradire perfino il loro inciampare.
Tuo affezionatissimo zio
Berlicche
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