Certo
l'onnipotenza del Figlio di Dio, per istruire e giustificare gli uomini,
avrebbe potuto manifestarsi come già si era manifestata ai patriarchi e ai
profeti, sotto l'aspetto di uomo, come quando affrontò la lotta con Giacobbe o
dialogò o accettò l'accoglienza di ospite o mangiò persino il cibo
imbanditogli. Ma quelle immagini erano soltanto segni di questo uomo che, come
preannunziavano i mistici segni, avrebbe assunto vera natura dalla stirpe dei
patriarchi che lo avevano preceduto. Colui per mezzo del quale sono state fatte
tutte le cose, doveva egli stesso essere generato fra tutte le altre creature.
Se infatti questo uomo nuovo non avesse assunto il nostro uomo vecchio, ed
egli, che è consostanziale con il Padre, non si fosse degnato di essere
consostanziale anche con la Madre e se egli, che è il solo libero dal peccato,
non avesse unito a sé la nostra natura umana, tutta quanta la natura umana
sarebbe rimasta prigioniera. Noi non avremmo potuto aver parte alla vittoria
gloriosa di lui, se la vittoria fosse stata riportata fuori della nostra
natura. In seguito a questa mirabile partecipazione alla nostra natura rifulse
per noi il sacramento della rigenerazione, perché, in virtù dello stesso
Spirito Santo da cui fu generato e nacque Cristo, anche noi, che siamo nati
dalla carne, nascessimo di nuovo di nascita spirituale. Per questo
l'evangelista dice dei credenti: «Non da sangue né da volere di carne né da
volere di uomo, ma da Dio sono stati generati» (Gv 1, 13).
san
Leone Magno, Lettera 52
Nessun commento:
Posta un commento